Martedì 29 Agosto 2023 08:48


(LAURA GIULIA D'ORSO). Finisce lanquidamente questa estate nel fragore di un tuono e nel vento che rinfresca e crea scompiglio. Certo, ci sanno altri giorni di sole e tanto caldo ma, la pioggia che inizia a cadere in queste ore ha il sapore di un commiato.
Come ogni estate, ci siamo confrontati e in certi casi si è persino dibattuto su cose che dimenticheremo tra due settimane: gli scontrini, l’aumento degli ombrelloni, l'Albania e i suoi costi forse più bassi di quelli italiani, il Generale in mimetica, le risse tra meteoreologi. Abbiamo visto su riviste patinate e sui social foto di infuencer, di uomini abbronzati, di piatti appetitosi e di magnifici panorami.
Abbiamo letto libri, spero, guardato serie tv, qualcuno si è goduto la città vuota. Altri non hanno smesso il lavorare nemmeno un giorno, perché non ci sono danè, milanese docet, perchè l'estate, per altri, è tempo di duro lavoro.
I bambini hanno accumulato ricordi, sono nati nuovi amori, qualcuno ha tradito, altri hanno visto località esotiche, città antiche, assaggiato nuovi sapori.
Poco più in là c'è settembre, sarà una resa dei conti. Anche per chi non è andato in vacanza, l'estate è una pausa, perché almeno ci vanno tutti gli altri e si hanno meno fastidi. Eppure settembre è alle porta la resa dei conti, la nozione che la vacanza è una sospensione eterea di una vita che chiama, pretende, adesso risposte. Anche se non ce ne siamo accorti, il freddo ha iniziato a penetrare le nostre difese.
Per molti di noi, il punto più debole è il cuore. Quella parte del corpo che l'armatura non riesce a proteggere, perché se un proiettile può essere arrestato, il dolore conosce tutte le strade per giungere al centro esatto del petto.