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Al Teatro Leonardo di Milano un Otello da non perdere PDF Stampa E-mail
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Martedì 31 Ottobre 2023 16:11

 Fino al 2 novembre il Teatro Leonardo di Milano ospita la Compagnia Corrado d’Elia in un allestimento dello shakespeariano Otello di grande impatto emotivo.

(Vittoria Lìcari) Si tratta di una lettura asciutta, tagliente, in cui i personaggi si mostrano per quello che in effetti sono, senza la possibilità di mascherare in alcun modo quanto di nero emerge dalle loro anime. Il nero domina anche la scena, che pare quasi rappresentare l’atrio dell’inferno.

Venezia e Cipro vengono evocate dal testo, naturalmente, ma appaiono come l’inizio e la fine di un percorso di perdizione che coinvolge tutti gli attori – intesi come esseri agenti – del dramma. Nessuna superfetazione scenica e costumi ridotti all’essenziale: ciascun personaggio si presenta per quello che è, e quindi Desdemona è l’unica a essere vestita di bianco, perché la sua è la sola anima candida e luminosa. A livello del palcoscenico, due vasche d’acqua scura interagiscono con l’ambiente e diventano punti d’attrazione per i personaggi che, immergendovisi, si liberano di quel poco di umanità che ancora rimane sulla superficie dei loro corpi. In una di esse troverà poi la morte Desdemona, in modo diverso da quello che siamo abituati a vedere, ma estremamente efficace ed evocante altre vittime del “mostro dagli occhi verdi” punteggianti la letteratura romantica britannica, che tanto deve a Shakespeare.

Più la scena è essenziale, maggiore è l’impegno richiesto agli attori, che si esprimono come meglio non potrebbero. Giuseppe Sartori è un Otello da cui, accanto alla possanza, emana da subito la fragilità emotiva che gli sarà fatale. Di una femminilità dolce, ma nel contempo consapevole e forte della propria purezza d’animo, è la Desdemona di Chiara Salvucci. Gianni Quillico conferisce grande spessore – pur se in negativo – alla figura di Brabantio, ma tutte le tessere di questo straordinario mosaico teatrale contribuiscono alla compattezza di uno spettacolo di grande impegno anche per il pubblico, che tuttavia non può che rimanere profondamente colpito dalla bravura di Marco Brambilla, Giovanni Carretti, Marco Rodio, Dominique Evoli e Sara Dho. Corrado d’Elia, regista e “dramaturg”, nonché interprete del ruolo di Iago, enfatizza la prospettiva del suo personaggio ancor più di quanto già il testo preveda: il che, naturalmente, ne sottolinea la centralità, senza però mai un ombra di prevaricazione sui compagni di scena, mettendone, anzi, in rilievo tutte le caratteristiche e le capacità.

L’occasione è propizia per segnalare la recente uscita del volume Strade maestre, scritto a quattro mani da Corrado d’Elia e da Sergio Maifredi. Si tratta di un resoconto del viaggio durante il quale gli autori hanno percorso le “strade” d’Europa per incontrare e intervistare quelli che considerano i loro “Maestri”: Eugenio Barba, Lev Dodin, Stefan Kaegi, Antonio Latella, Ariane Mnouchkine, Tomas Ostermaier, Milo Rau, Peter Stein, Krzystof Warlikowski. Dalle conversazioni con questi giganti del teatro contemporaneo, gli autori hanno ricavato quella che, nella prefazione al volume, definiscono “un’antologia di viaggio e di pensiero” attraverso la quale “trovare le chiavi per comprendere il meglio di noi stessi e il nostro tempo, ponendo le basi del nostro domani”. Il libro è stato pubblicato dalla Cuepress, casa editrice di Imola specializzata nella pubblicazione di testi teatrali e sul teatro, fra cui alcuni dello scrittore norvegese Jos Fosse, recentemente insignito del premio Nobel per la letteratura.

 
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