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Concerto Canova a Monza PDF Stampa E-mail
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Giovedì 16 Novembre 2023 12:17
(Vittoria Lìcari) Il 1° novembre, festa di Ognissanti e vigilia della commemorazione dei defunti, porta inevitabilmente tutti noi – che siamo o meno credenti - a guardare al passato e a ricordare con gratitudine coloro che hanno contribuito alla nostra formazione, lasciandoci una eredità culturale che è nostro compito portare avanti pur mantenendo la nostra mente volta alla evoluzione e al rinnovamento.
 
Ed è proprio questo il senso del programma che Enrico Saverio Pagano e la sua Orchestra Canova hanno proposto per il primo concerto della loro stagione “in residenza” presso la Villa Reale di Monza, tenutosi per l’appunto lo scorso 1° novembre. Di ciascuno dei compositori presentati, infatti, sono state eseguite composizioni scritte in esplicito omaggio alla tradizione musicale dei secoli passati, attraverso le quali gli autori manifestavano una chiara necessità di riaffermare le proprie radici artistiche.
 
È senza dubbio questo il caso del compositore israelo-argentino Osvaldo Golijov, nato nel 1960, il cui lavoro intitolato Tenebrae presenta evidentissimi echi bachiani e vivaldiani uniti a richiami alla tradizione musicale ebraica dell’Europa orientale, di cui è originaria la sua famiglia. Ma già nei primi decenni del ‘900 diversi importanti autori avevano avvertito il bisogno di risalire i rispettivi alberi genealogici musicali, rivisitandone i momenti da loro ritenuti più significativi.
Così di Ottorino Respighi (1879 – 1936) è stata eseguita la terza suite delle Antiche arie e danze per liuto, ispirate al mondo rinascimentale, come lo è la Pavane pour une infante defunte di Maurice Ravel (1875 – 1937), mentre al canto popolare inglese Dives and Lazarus dedicò cinque variazioni l’inglese Ralph Vaughan Williams (1872 – 1958), a proposito delle cui opere così si esprimeva – alquanto significativamente - il musicologo John Fuller Maitland: «Non si è mai del tutto sicuri che si stia ascoltando un qualcosa di molto vecchio oppure un qualcosa di molto moderno». In omaggio alla festa di Halloween, la Sala degli Specchi della reggia monzese – la cui straordinaria acustica fa sì che gli ascoltatori si sentano letteralmente avvolti dal suono - era immersa in una penombra, percorsa da lampi scherzosamente “sinistri”, e addobbata con ragnatele (ovviamente finte). E a questo clima ironicamente lugubre era ispirato l’ultimo brano del concerto, ispirato al compositore Alfonso Martone dalle colonne sonore dei film di Dario Argento, come peraltro chiaramente indicato nel titolo: Dittico argenteo (Omaggio a Suspiria con un Profondo rosso da Camera). Con questa prima prova monzese, Pagano e la Canova non solo confermano il loro alto livello tecnico e interpretativo, ma una volta di più evidenziano il loro notevolissimo eclettismo.
 
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